Open Innovation per l’Italia: trovare talenti e innovazione nelle start-up

Open Innovation (O.I.) è nata nell'anno 2000 grazie a Lafley , presidente di Procter&Gamble; ha trovato il suo nome nel 2003, datogli da Henry Chesbrough; si è sviluppata attraverso una decina di Broker, soprattutto USA ed è approdato in Italia più o meno nel 2010 attraverso il Broker NineSigma e le iniziative di BancaIntesa San Paolo che ha lanciato le start-up come driver dell'open innovation.

Ho riassunto, forse anche troppo velocemente, la breve storia di O.I. perchè volevo arrivare al punto, alla domanda: che cosa significa oggi, in Italia, Open Innovation?

La risposta non è facile; ho analizzato una trentina di casi che avevano come promotori i soggetti più disparati: aziende, broker, Regioni, Fondazioni, imprenditori, manager, Università, mecenati, consulenti. Volevo scoprire se ci fosse un leit-motiv, un filo conduttore, una direzione. 

Il quadro che emerge è davvero variegato e complesso perchè OI sta trasformandosi velocemente e sta includendo diversi approcci e strumenti quali:

  • premi per "contest" sull'innovazione,
  • piattaforme per l'incontro tra domanda ed offerta d'innovazione,
  • scuole per allevare le start-up, denominate "incubatori" ed "acceleratori",
  • incontri con finanziatori tradizionali, quali business angel, venture capitalist; ma anche forme moderne come il crowd-funding; 
  • processi per far incontrare domanda ed offerta, organizzati da broker,
  • laboratori per facilitare la sperimentazione, 
  •  spazi di co-working e di scambio, 
  • inclusione dei vincitori di contest in spazi di ricerca e sviluppo di grandi aziende, 
  • scouting e successiva acquisizione di start-up da parte di grandi aziende.

Una ricerca di Accenture per l'associazione "G20 Young Entrepreneurs Alliance" ha identificato un "journey" di OI che il grafico qui sotto sintetizza:

Una iniziativa d'impresa che si chiama "Digital Magics" sta ora proponendo una "via italiana" all'O.I. che la sua AD, Layla Pavone sintetizza così:

"il 2016 sarà anche l'anno dell'Open Innovation perchè grazie anche alla possibilità d'integrare talenti e innovazione nelle aziende italiane, attraverso il contributo delle startup, credo potremo assistere ad un'accelerata dal punto di vista della produzione di nuovi prodotti e servizi che emergeranno a livello globale e che ci consentiranno di tornare ad essere leader indiscussi".

Guardate qui l'articolo.

Prima di trarre una conclusione è utile analizzare il "viaggio OI" proposto da Accenture:

1a fase (storica, dal 2010) CORPORATE VENTURES, sta declinando d'importanza.

OI significa che le grandi imprese comprano quote (o il 100%) di startup e di PMI con grandi potenziali di business e grande know-how tecnologico; così facendo riducono/bilanciano il rischio d'impresa; le piccole imprese traggono un beneficio essenziale, quello finanziario.

2a fase (attuale) INCUBATORI & ACCELERATORI, in crescita moderata.

OI significa che le grandi imprese o reti d'imprese ed università costruiscono degli incubatori ed acceleratori per formare gli imprenditori delle  startup; gli imprenditori sono consapevoli che devono far crescere le loro competenze manageriali e di business e quindi cercano ambienti di apprendimento favorevoli, anche per allineare le loro priorità con le esigenze reali delle grandi imprese e dei mercati. 

3a fase (attuale) INNOVAZIONE COLLABORATIVA, alto tasso di crescita. 

OI significa che grande impresa e start-up co-creano l'innovazione su scopi comuni. 

Gli imprenditori di startup e PMI sfruttano questa partnership con la grande impresa per trovare le opportunità di mercato, per tutelare e valorizzare i loro brevetti, per fare co-branding. 

4a fase (futuro) ECOSISTEMA DELL'INNOVAZIONE.

OI significa che è solo l'eco-sistema dell'innovazione che abilita le soluzioni per le grandi sfide. Una piattaforma digitale per la collaborazione estesa a tante aziende di varie dimensioni è assolutamente necessaria. 

Gli imprenditori di startup e PMI cercano programmi di collaborazione di lungo termine, condivisione di IP e soluzioni/competenze complementari. 

La mia conclusione è la seguente: accanto a forme sempre più sofisticate ed efficaci offerte dai Broker di OI (vedasi NineSigma, ad esempio: contest, piattaforme per innovatori, ecc.), si stanno aprendo nuove strade soprattutto per le startup, che in Italia sono un carattere distintivo e il cui numero sta crescendo esponenzialmente; le startup verranno sempre più viste dalla grande impresa come una opportunità di "soluzione" per:

  1. bilanciare il RISCHIO d'impresa, ossia investire il proprio capitale di rischio solo nelle tecnologie "core" ed affrontare la DIGITALIZZAZIONE dei propri prodotti e processi con investimenti limitati (acquisto di quote di partecipazione nelle startup) per poi decidere, con calma, se e  quanto investire nelle nuove tecnologie; 
  2. IN-SOURCING di competenze sulle nuove tecnologie, soprattutto digitali, attraverso le startup, quindi con limitati costi ed investimenti; oppure usando broker per accedere a grandi mercati di SOLUTORI; 
  3. COMUNICARE, attraverso il supporto alle startup, un ruolo moderno e aperto verso l'innovazione e la collaborazione tra "grande e piccoli".

Per le startup e le PMI si aprono buone opportunità:

  1. ALLINEARE i propri business plan alle esigenze del mercato e di grandi compratori/partner come le grandi imprese; 
  2. creare VOLUMI di ricavi più certi e su orizzonti di più lungo termine; 
  3. acquisire capitali di rischio di Terzi per garantire sviluppo aziendale.

 

L’auto nel nostro futuro 2030

Fiat 500 a metano:La kermesse Smart Mobility World è ospitata quest'anno dall'Autodromo di Monza, dal 29 al 30 ottobre.

Il messaggio che emerge dai workshop, dalle conferenze, dalle tavole rotonde, dagli stand è l'onda dell'innovazione radicale del settore automobilistico, abilitata dall'informatica e dalla "connettività". L'innovazione del veicolo e dei servizi collegati è guidata da tre "driver":

  • sostenibilità: riduzione/azzeramento delle emissioni nocive, a partire dalla CO2; la vettura elettrica, ancora ai primi passi tecnologici, era presenta nell'area test e in molte relazioni; 
  • connettività: l'auto è sempre più connessa, attraverso Internet, all'ambiente circostante; Internet delle cose e connessione veicolo-veicolo sono le novità tecnologiche; 
  • autonomia: la parola chiave è "driverless", tendenza che si sta esprimendo già oggi con nuovi supporti alla guida e che viene considerata dagli esperti di settore un trend inarrestabile, i cui effetti radicali si  vedranno dal 2030 al 2050.

Quando si dice "innovazioni radicali" si intravvedono effetti come questi che elenco:

  • nuova architettura del veicolo: da "motore centrica" e meccanica a "automazione centrica" ed elettronica; anche la forma  e gli spazi interni verranno ridisegnati; con la guida automatica, senza guidatore, l'auto potrà esprimere nuove funzionalità: ufficio mobile, socializzazione con altri automobilisti, sempre più "passeggeri"; 
  • migliore governance del traffico, attraverso monitoraggio dall'alto con droni e dirigibili; 
  • migliore sicurezza, attraverso la connessione V2V, ossia veicolo-veicolo, abilitata da trasmissione 5G dei segnali del veicolo;  

Gli innovatori hanno un compito: generare nuove metafore per il trasporto delle persone, generare nuovi servizi. Il campo è sterminato!

Sintetizzo qui di seguito le novità che ho catturato durante l'ascolto di due sessioni: la prima è intitolata NUOVE FRONTIERE TELEMATICHE E TECNOLOGICHE DEI VEICOLI CONNESSI; e la seconda MOBILITA' 4.0: UN'OPPORTUNITA' UNICA PER IL SISTEMA AUTOMOTIVE ITALIANO:

  1. Le nuove informazioni per il guidatore nelle vetture elettriche (caso Nissan, vettura LEAF, 200 km di autonomia):
    1.  stato di carica delle batterie che danno l'energia ai motori elettrici dell'auto; 
    2. gestione del climatizzatore, anche da remoto, via smart phone; 
    3. mappa stradale con indicazione delle colonnine di ricarica delle batterie; 
    4. "training" del guidatore per ottimizzare la guida, con lo scopo di ottenere il massimo chilometraggio possibile con una ricarica completa; 
  2. Qualche dato di performance delle vetture elettriche
    1. circa 25 KM con 1 kwh di energia; ossia 4 € per 100 chilometri, il doppio, in media, rispetto al motore termico; 
    2. piede pesante, piede leggero: una guida ottimale raddoppia il nume o di chilometri con un pieno di energia; 
    3. Nissan offre sulle vetture elettriche il "ranking" della tua guida rispetto a tutti gli utilizzatori del mondo che hanno il tuo modello di vettura; 
  3. Machine to machine
    1. con questo termine Vodafone offre servizi di monitoraggio e connettività tra la singola vettura ed un centro di controllo; 
      1. flotte di auto per car sharing
      2. flotte di camion; 
      3. servizi di bike sharing
  4. Connettività tra auto (V2V)
    1. Avviata dal 2017; 
    2. si appoggia sulla nuova rete 5G, che permette tempi di latenza di 1 millesimo di secondo; 
    3. un millisecondo è necessario per poter avviare un "pronto intervento" di sicurezza, ad esempio, per evitare uno scontro tra veicoli;
  5. Connettività tra auto ed ambiente (V2X)
    1. V2P: è, ad esempio, la connessione auto-pedoni per aumentare la sicurezza; 
    2. V2I è la connessione con Internet e Internet delle cose (IoT); l'auto si connetterà anche con le nuove infrastrutture per rendere possibile il driverless;
    3. si userà 5G, la cui velocità sarà 100 megabit/secondo; 
  6. Nuovi attori, nuova mappa del settore Automotive
    1. Cambierà la mappa dei costruttori nei prossimi 20 anni; TESLA è stimato il quinto produttore mondiale di veicoli; 
    2. i governi daranno incentivi per la trasformazione verso la vettura elettrica; il caso Norvegia apre questa nuova stagione di minori tasse/zero tasse per veicoli non inquinanti; 
    3. IoT diventerà una commodity
    4. nascerà "internet of behavior", che proporrà nuovi stili di consumo e di vita; 
    5. per i consumatori ci saranno vantaggi:
      1. migliore affidabilità dei servizi;
      2. riduzione del costo;
      3. nuovi servizi;
      4. nuovi stili di consumo
  7. Il futuro è già qui, oggi
    1. il traffico è monitorato in continuo (caso TOM TOM) e l'informazione può essere data ai guidatori; 
    2. ogni 2 minuti TOM TOM offre ai suoi clienti il traffico di prossimità aggiornato, permettendo percorsi alternativi, calcolati e presentati automaticamente; 
    3. la base informativa in Europa di TOM TOM è costituita da 500.000 apparati proprietari connessi e da alcune decine di milioni di dati di movimento forniti dalla rete GSM di VODAFONE; 
    4. TOM TOM offre sul dashboard  dei suoi apparati indicazioni per migliorare la sicurezza della guida ed i consumi; 
  8. Gestione del traffico con droni, palloni aerostatici, dirigibili
    1. oggi circolano 1 miliardo di veicoli; 
    2. droni e altri apparati volanti possono monitorare con continuità nodi di traffico, individuando, con riconoscimento automatico delle immagini, i veicoli, le loro traiettorie, distanze reciproche (rischi di collisione) e velocità; 
  9. La transizione verso la driverless car
    1. dal 2020 il 75% delle auto sarà dotata di sistemi di connettività V2X; 
    2. già oggi i sistemi di aiuto alla guida, denominati ADAS, sono molti e molto efficaci (distanze di sicurezza, guida con radar di controllo, parking automatico); 
    3. la connettività passerò dallo smart phone a sistemi "embedded" nelle auto; 
    4. si stanno sviluppando sistemi informativi "context aware"
  10. Radio digitale
    1. il luogo di maggior consumo è l'automobile; 
    2. il broadcasting costa pochissmo per punto di contatto; il broadband è costosissimo; le due tecnologie possono coesistere; 
    3. la RADIO è un media gratuito, non "premium"; 
    4. 80% delle autostrade italiane è coperto da radio digitali; 
    5. la radio digitale permette l'ascolto in galleria; 
    6. l'acronimo di radio digitale è DAB; è il futuro; la FM è come un "cibo scaduto"; 
  11. Il futuro dei droni
    1. il problema oggi più sentito è la sicurezza di chi sta a terra; 
    2. le leggi degli Stati stanno diventando sempre più restrittive per i droni; 
    3. ENAC sta preparando una regolamentazione che costringerà i droni alla installazione di un autopilota, come negli aeroplani; il costo aumenterà significativamente; 
    4. per affrontare le nuove regolamentazioni si svilupperanno droni sotto i 300 grammi di peso, che non avranno bisogno di autopilota; 
    5. oggi i droni sono "CIECHI" rispetto all'ambiente perché sono guidati a vista da un operatore (legge italiana) o da GPS; 
    6. si stanno sviluppando droni con occhi ed orecchie per una consapevolezza del contesto; 
    7. si stano sviluppando "stormi" di droni; 

Ora qualche informazione tratta dalla tavola rotonda Mobilità 4.0:

  1.  Tutti i costruttori stanno lavorando sulla connettività delle automobili, seguendo diversi filoni tecnologici, perché non è chiaro quale potrà essere la tecnologia vincente; 
  2. la principale fonte di ricavo sarà il SERVIZIO esterno; il Cliente NON vuole pagare l'infrastruttura interna di connettività; 
  3. il training del Cliente sull'uso ottimale delle auto con le nuove tecnologie (es. motore elettrico) è un fattore chiave di scelta del compratore e di fidelizzazione; 
  4. non ci sono ancora standard per l'auto del futuro driverless; 
  5. la quota di elettronica nell'auto, già oggi rilevante, aumneterà ancora nel periodo 2016-2020; 
  6. le esigenze dei veicoli commerciali ANTICIPANO le esigenze delle automobili (caso FEBUS ed HITV !); 
  7. il cambio di paradigma per l'auto è introdotto dalla CONNETTIVITA'
  8. la convenzione di Vienna impedisce oggi, dal punto di vista delle LEGGI, di passare alla vettura "driverless"; 
  9.  i trend tecnologici comporteranno: riduzione del peso del veicolo; aumento della sicurezza; aumento della sostenibilità; 
  10. aumenterà il numero di autodromi per gli appassionati della guida veloce, a causa delle pesanti limitazioni al traffico privato; è quello che sta succedendo in USA; 
  11. la complessità del veicolo è in aumento
  12. il "car sharing" modificherà l'architettura del veicolo verso modelli spartani; esempio: minore/nulla personalizzazione; 
  13. l'industria dell'AUTO è lenta, è resiliente; ci vorranno molti anni per cambiare modello di business; 
  14. ci sono spazi per l'innovazione incrementale, specie per la sicurezza; il caso AQUAPLANING è significativo: ad oggi non c'è ancora la soluzione tecnologica, anche se al Politecnico di Torino è stato sviluppato un prototipo innovativo che è il "tecnologi proof".

17 global goals per salvare la Terra: ognuno si può impegnare

Il 25 settembre 2015 l'ONU ha lanciato un programma "the global goals" per attivare tutta l'Umanità su 17 obiettivi per la salvezza del Pianeta Terra. Lo sapevate che…

Ognuno di noi è chiamato a fare un'azione positiva. Come ? "tell everyone…." guardate questa immagine:

Andate QUI e cliccate su una qualsiasi delle 17 icone per leggere i dati più rilevanti e leggere una storia che potete diffondere.

Droni e acciai speciali ed ecco un ponte nascere in pochi minuti….

Un demo molto interessante dove si vedono in azione tre droni, dei quadricotteri, che costruiscono una struttura in filo d'acciaio, che permette il transito di persone: un "ponte" di emergenza ma che permette la funzione del ponte…traghettare persone da un lato all'altro !

Vedi anche qui.

Il progetto è stato possibile grazie a due ricercatori italiani – Federico Augugliaro, esperto di robotica, e Raffaello D'Andrea- e da un gruppo di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo.

Droni usati per costruire ponti, esperimento italo-elvetico

Il ponte – per la sua interezza – viene costruito in tutto e per tutto dai droni usando una fibra sintetica con una resistenza paragonabile a quella dell'acciaio, chiamata Dyneema, particolarmente adatta per i cavi da trazione. Non essendo troppo pesante, la corda in Dyneema può essere agevolmente collocata dai droni che, come si vede nel video dimostrativo, sono riusciti a praticare nodi ed intrecci ove necessario.

Droni usati per costruire ponti, esperimento italo-elvetico

Il ponte di corda, assicurano i ricercatori del Politecnico svizzero, può quindi poi essere utilizzato da parte di qualunque persona per spostarsi da un lato all'altro. Evidenti le possibili applicazioni pratiche: si pensi alle situazioni di emergenza in cui la costruzione di un ponte simile può aiutare a salvare vite.

 

Che cosa significa questo "technlogy proof"? Significa che si possono realizzare soluzioni inimmaginabili, anche solo 10 anni fa, perchè i ricercatori, gli scienziati e gli innovatori hanno capito che le conoscenze sono trasversali e che la collaborazione interdisciplinare porta a soluzioni radicali!

 

 

HITV: un concept per cambiare il lavoro dei Team viaggianti sui veicoli speciali

Uno straordinario gruppo di innovatori italiani ha dato vita ad una iniziativa d'internazionalizzazione con target il Brasile. Qui le loro immagini e profili. L'iniziativa si chiama BRIT. Il primo progetto si chiama FÉBUS (FÉ in brasiliano vuol dire fiducia). L'offerta si esprime attraverso diverse innovazioni che si materializzano in un veicolo speciale , con equipaggio a bordo, che funziona come un "laboratorio mobile di diagnostica di edifici e di aree urbane". Ecco il visual di FÉBUS

La domanda che i progettisti si sono posti è stata: come possiamo trasformare l'equipaggio, localizzato in Brasile nell'area da rilevare, in un equipaggio con tutte le competenze necessarie di post-processing, come l'elaborazione 3D degli edifici e delle aree urbane attraverso droni e laser scanner; e la capacità diagnostiche sui materiali con le migliori conoscenze del made in italy del restauro?

La risposta è stata il design di una piattaforma digitale, installata sul veicolo, con queste quattro capacità:

  • connesssione always on con il back office in Italia e Brasile e con i partner ovunque localizzati
  • web cam indossabili e connessione video ad alta definizione
  • voce aumentata, ossia soppressione del rumore
  • applicazioni collaborative locali e remote.

E' nato HITV che significa: High Integrated TEAM & Vehicle. Lo schema a blocchi che segue ne dà una mappa concettuale. 

7 innovazioni che cambieranno la Medicina

Ho tratto da TED Fellows le 7 innovazioni che cambieranno la Medicina. Ho scelto di scrivere sulla prima di queste innovazioni perchè avrà un enorme impatto sociale; potrà salvare milioni di vite minacciate da malattie sconosciute in Occidente ma letali, se non diagnosticate e curate, come la malaria e la tubercolosi. Il microscopio sta su di una pagina di carta, come mostrato nell'immagine sopra; la dimensione è quella di un foglio A4; contiene la lente e tutto quanto necessario per la diagnosi di una malattia; serviranno quindi tanti fogli quante saranno le malattie da diagnosticare. Il costo è di 0,5 euro.

Le altre innovazioni, che potrete esaminare con più dettaglio leggendo l'articolo, sono: 

  1. un gel che blocca l'emorragia istantaneamente (a gel that instantly stops bleeding);
  2. un incubatore a basso costo per i prematuri (a low-cost incubator for premature babies);
  3. crescita dell'osso in un laboratorio (human bones, grown in a lab);
  4. un laser per cure mirate anti HIV (laser that zaps HIV);
  5. triage in una app (emergency triage in an app)
  6. rendering per animare le molecole (animation for scientists, by scientists)

Tesla, Apple, Google: gli outsider nel settore automobile

Ho guidato una Tesla da 450 cavalli. Dall'esterno sembra una macchina di lusso, un'alta gamma Audi o Mercedes. All'interno è "minimalista" e ti spiazza perchè ha cambiato alcuni paradigmi del  guidatore. 

Dov'è la leva del cambio, anche se automatico? NON C'E' PIU'. E' sostituita da un'icona sul gigantesco tablet che troneggia a metà del cruscotto.

E se si guasta qualcosa dov'è il meccanico ? E' SEMPRE DISPONIBILE 24/24 perchè è remoto; prende il controllo dell'auto (come per il tuo Personal computer), fa la diagnosi, ripara, se può, ti dice che cosa farà e farai se la riparazione necessita una officina.

Autonomia? da 400 a 500 km con un "pieno".

Quanto costa fare il pieno? ZERO, se lo fai in una stazione di ricarica ad alta velocità di Tesla; 20 euro se lo fai a casa tua in 8-12 ore; 32 euro se lo fai con una delle 250 colonnine installate da ENEL in tutt'Italia.

Quanto accelera? 3 secondi per raggiungere 100km/ora, più o meno come la Porsche e la Ferrari.

Quante ce ne sono in Italia? oltre 200; e in Germania? migliaia; e nel mondo? TESLA ne fabbrica circa 50.000 l'anno.

APPLE.

Ha lanciato il progetto TITAN; a capo del progetto ha messo Steve Zadesky, già ingegnere della Ford, e nel team Johann Jungwirth, assunto dopo essere stato a capo della ricerca e sviluppo di Mercedes-Benz. Oggi sono impegnate alcune centinaia di persone nella progettazione.

GOOGLE.

Tutti sanno della "driverless car" che da qualche anno è già in test in tutto il mondo.

Google ha avviato il progetto nel 2009 in Mountain View, California; a luglio 2015 ha avviato un test ad Austin, Texas, per validare il software e acquisire conoscenze in un ambiente non conosciuto. 

Nei giorni scorsi ha lanciato la sua nuova organizzazione, Alphabet, per dire al mondo che sta preparandosi ad entrare in tanti mercati con innovazioni radicali ! 

Ecco il suo nuovo web, minimalista !

 

 

 

Un architetto ogni 414 abitanti: enorme opportunità di internazionalizzare ed innovare

L’Italia è il Paese delle esagerazioni e quindi dalle risorse esagerate. L’Italia rivela ogni giorno dati e fenomeni che generano meraviglia, sono inaspettati, sono fuori standard! e generano opportunità, se solo volessimo “cambiare gioco” o meglio…”cambiare giocatori”. 

Il fenomeno della crescita esagerata degli architetti e ingegneri liberi professionisti è davvero straordinaria: oggi superano i 170.000. In totale, includendo gli occupati nell’industria e nella PA, vi sono circa 400.000 ingegneri e architetti. Un benchmark fatto nel 2010 per United Kingdom, fatto dal social network InArCommunity,  aveva rivelato che l’equivalente numero di liberi professionisti era, in UK, 55.000, un terzo rispetto all’Italia di quell’anno.

Un grafico che qui riportiamo mette a confronto molti Paesi, per gli architetti, e rivela che:

·      Paesi con cui competiamo sono a livelli ben diversi, cioè con “pochi” architetti:  UK: un architetto ogni 1.809 abitanti; Germania: 806; Francia: 2.187; guarda anche qui la fonte Monditalia: http://www.archdaily.com/tag/monditalia/

·      Paesi in forte sviluppo: Brasile: 2.560; Cina: 40.000

Come possiamo interpretare questi dati? Analizziamoli da due punti di vista.

Redditualità. La prima considerazione è che ricavi e redditi pro-capita italiani sono tra i più bassi e che spesso la concorrenza è spietata, violando anche le regole e i codici deontologici della professione.

Opportunità. Un altro punto di vista è più sistemico e dice che lo “stock” di competenze e la possibilità di generare business addizionale è altissima, se… si “cambiasse il gioco” e se si cambiassero i giocatori.

Per capire che cosa voglia dire ci facciamo aiutare da un social network di architetti e  ingegneri liberi professionisti, InArCommunity, nato nel 2009, che oggi conta 7.500 iscritti e una storia di attività, progetti, iniziative molto ricca. In una recente survey sulla internazionalizzazione hanno risposto in 1.041 su 7.500 ed hanno dichiarato una forte determinazione di impegnarsi in un “cambiamento del gioco”: fantastico ! E lo stanno avviando con un primo progetto focalizzato sul Brasile e un secondo fondato sull’associazione in rete. 

Allora c’è la possibilità di utilizzare al meglio l’enorme capacità professionale, che è caratterizzata da un plus unico al mondo: il “Made in Italy”!

Ecco, questa seconda vista dell’extra stock di competenze mi piace. Speranza o razionale volontà di sviluppo? Opto per la volontà. Ce la possiamo fare, se abbracciamo con passione la strada dell’internazionalizzazione: il patrimonio per investire ce l’abbiamo!

Skateboard innovativo: nuova mobilità urbana ? una start up italiana ci propone…

Credo che tutti sappiano che cos'è lo skateboard, ma pochi avranno visto questo videoclip emozionante, girato a Malaga in Spagna, col nuovo skateboard inventato e presto immesso sul mercato da una start up italiana. E pochi immagineranno un utilizzo in città per affrontare quel problema che si chiama "mobilità urbana".

Può essere una soluzione per muoversi in città? I due giovani imprenditori che lo hanno messo a punto ci credono perchè hanno introdotto alcune innovazioni decisive per trasformarlo in uno strumento di mobilità: riduzione del peso (-25%), robustezza (+40%), lunghezza dell'oggetto che lo rende trasportabile (90 centimetri), prezzo (imbattibile in fase di lancio che avviene attraverso una formula innovativa di crowdfunding) . Diventarà un oggetto cult per i giovani? segnali arrivano da altri Paesi.

I tre imprenditori sono Luca SburlatiSimone Virginio e Giuseppe Andreola qui il prodotto: N2R '37 Longboard.

L'innovazione si può classificare come "open innovation" perchè vengono utilizzate tecnologie trasversali (cross innovation) che provengono dai settori top yachts e car racing e che qui sono utilizzate con un approccio integrato che potrebbe anche generare diversi brevetti: si impiegano materiali speciali come il triaxiale carbon kevlar VTR e tecnologie come Vacuum Resin Infusion.

Volete vedere un utilizzo cittadino dello skateboard? Ecco qui un filmato divertente, girato a Torino:

Ora potete anche accedere al sito di crowdfunding e finanziare la start up acquistando lo skateboard ad un prezzo speciale, ridotto quasi del 50% rispetto al futuro prezzo di vendita:

 

 

La nuova manifattura: dal digitale al fisico. Innovazione radicale.

 

 

C'è oramai un gran parlare ed un grande scrivere a proposito di stampanti 3D. L'ultima notizia arriva dalla Barilla che sta sperimentando con l'olandese TNO di Eindhoven una stampante 3D di cibo, per "stampare" la pasta che vuoi al ristorante e..mangiarla subito dopo. Ecco il videoclip del TED, in cui il ricercatore Kjeld van Bommel racconta che cosa sia e possa diventare la stampa 3D del "cibo":

Se vogliamo fare una riflessione più ponderata e vedere, immaginare, ciò che sarà possibile fare nei prossimi 3-5 anni e poi sul lungo termine, allora dovremmo capire innanzi tutto la rivoluzione del 3D, che avviene in primis nel mondo digitale, e poi chiederci quali visioni e strategie dovremmo mettere in atto.

Ci sarà davvero una nuova manifattura? Perchè i paesi occidentali da almeno vent'anni inseguono un mondo fatto di solo terziario? E l'Italia ha davvero abbandonato la manifattura? 

Per avviare un ragionamento vi propongo questi tre punti:

1. La rivoluzione del 3D: è appena iniziata. "C'era una volta" il rendering (ricordate il film "Guerre stellari"?), ossia il tridimensionale,  e si poteva animare un oggetto che nella realtà NON esisteva; poi è arrivato "Second life" in rete; intanto le grandi mutinazionali informatiche sviluppavano software sempre più realistici e dettagliati. Oggi la nuova frontiera è la "realtà aumentata"(sembra poter toccare gli oggetti sullo schermo). E la tecnologia 3D significa rappresentare la realtà fisica e collegare tutti i dati per inserire/connettere gli oggetti 3D nel contesto. Inoltre quei dati qualificano l'oggetto stesso: il materiale di cui è fatto, la possibilità di costruirlo;

2. La stampa 3D. Attraverso la rappresentazione digitale dell'oggetto riesco, applicando una tecnologia come la STAMPA 3D, a trasformare i bit in fisicità: un oggetto in resina, un utensile in metallo e perchè no, nel futuro, la pasta da mangiare! Oggi la frontiera dell'innovazione è costituita dalla dimensione degli oggetti fisici, da un lato, e dai materiali, dall'altro. Si va quindi verso oggetti sempre più grandi, in scala reale; e verso l'uso di nuovi materiali sempre più applicabili direttamente in sistemi complessi (edilizia, ad esempio) o che permettano l'utilizzo immediato (e sostitutivo di altri processi manifatturieri tradizionali) dell'oggetto. Racconta il prof. Stefano Micelli che "a Venezia c'è un'azienda di stampanti 3D che è in grado di produrre nell'arco di una giornata gioielli su misura, a piacimento del cliente. Al mattino li disegnano, al pomeriggio producono gli stampi in plastica, a sera realizzano il pezzo nel distretto orafo di Vicenza."

3. La manifattura nuova produce PIL e posti di lavoro aggiuntivi. La Confindustria afferma in un recente studio: "più manifatturiero, più PIL:il manifatturiero è la sala macchina della crescita. L'aumento di un punto percentuale del suo peso sul totale del PIL, innalza di 0,5 punti percentuali il ritmo di incremento annuo del PIL." La manifattura diventa un moltiplicatore economico. Dopo tanti anni spesi a dimostrare che è il terziario il motore dello sviluppo e indicatore della "modernità" di una economia…ecco che ricompare la manifattura. 

Ed allora possiamo condividere l'affermazione di Stefano Micelli sull'Italia ed il suo futuro: "Basta deprimersi, la manifattura può ancora fare la differenza".