Corona virus. Quali futuri possibili?

Giorgio de Chirico

I dati che vengono riportati dai media, sul corona virus,  sono diffusi attraverso la televisione e Internet. Sono i dati numerici delle protezioni civile e dei Governi, e quelli "soggettivi", pro e contro le scelte dei Governi. Criticare è facile, fare proposte su scala nazionale o mondiale ben più difficile. L’effetto che “sento” è quello che siamo impreparati e fragili, come specie umana.

E' legittimo fare critiche ed è anche inutile. E' soprattutto inutile mostrarsi sdegnati o sorpresi. Cercherò di spiegarmi. La mia prima considerazione riguarda l'errore, sì proprio l'errore.

Ho maturato le mie "mappe" da quanto vivo ed osservo sul fenomeno corona virus e quindi mi metto in una posizione razionale che enuncio come segue: ogni giorno impariamo e progrediamo grazie agli errori e mi domando perchè abbiamo escluso l'errore dalla nostra quotidianità.

Il Governo italiano, per quello che ho osservato e capito, ha fatto tre scelte strategiche: relazionarsi con la "scienza" e utilizzarla per capire il fenomeno del corona virus, utilizzare gli ospedali e la struttura del servizio nazionale per l'intervento concreto sul territorio, usare la "distanza sociale" e la quarantena per cambiare la curva dei contagi (abbassandola e allungando i tempi) e sostenere meglio, con la struttura operativa del sistema "salute", l'impatto del corona virus sulla capacità degli ospedali pubblici di far fronte al corona virus, con una capacità d'intervento limitata (es. posti letto, mezzi di terapia intensiva, ecc.).

Sono stato superficiale ma spero di aver trasmesso la complessità di quanto stiamo affrontando.

Dunque, il Governo ha fatto errori? Sì.

Ha scelto una strategia coerente con le risorse disponibili? Secondo me, sì.

Che cosa hanno fatto i cittadini? Hanno espresso empatia, hanno pianto, hanno rispettato le indicazioni del Governo centrale e delle Regioni, si sono chiusi in casa per la quarantena.

Si poteva e si può fare meglio? Sì, ma che cosa si potrebbe fare subito tanto da migliorare significativamente la situazione attuale? Questa era la domanda che bisognava porre all'inizio del fenomeno ai cittadini. Non è stato fatto.

Osservando il mondo, noto che l'operato del Governo e delle Regioni italiane è stato applicato da tutti i paesi del mondo con una sola eccezione, per quel che ho capito, e cioè l'Olanda che sembra aver scelto l'alternativa dell'immunità di gregge.

Col tempo (sono passati 3,5 mesi dall'inizio "conosciuto" del corona virus in Cina) si conosce sempre meglio il virus, ma ad oggi non c'è una cura riconosciuta come "risolutiva" e ci sono previsioni sul vaccino (da qualche mese a 2 anni); intanto il virus ha contagiato quasi due milioni di persone mentre si stimano i "contagianti" in un numero che varia tra 20 e 60 milioni di persone.

In tutti i Paesi del mondo la popolazione sta seguendo le disposizioni dei Governi, con risultati lenti e dolorosi, cioè con un numero di morti ben superiore alle statistiche correnti, segno che il virus colpisce duramente.

L'economia mondiale sta malissimo e al contempo si possono osservare effetti imprevedibili: alcuni sono positivi, e sono quelli sull'ambiente che si sta "pulendo", dimostrando così, in modo visibile ed evidente, che gli umani sono la causa principale del degrado ambientale.

Alcuni sono negativi come la disoccupazione, la cassa integrazione, la probabile cessazione di attività di milioni di imprese, la caduta del PIL italiano di almeno 10% e di 5-6% di quello mondiale.

Possiamo fare un'esperienza positiva solo se siamo in grado di rispondere con comportamenti "resilienti", cioè di adattamento, o con proposte di collaborazione.

AGIRE è la mia scelta. Che cosa significa, per me?

Significa pensare e progettare la convivenza col corona virus per un periodo che va da sei mesi a due anni, sino alla vaccinazione di massa; quindi progettare le attività includendo i vincoli come la distanza sociale indotta dal corona virus.

Significa accogliere questo periodo come l’opportunità di ri-posizionare le mie attività ancora di più nella direzione della sostenibilità e della collaborazione: alleanze e partenariati per produrre insieme risposte attuabili sul campo.

Significa intensificare le mie relazioni personali con le persone delle reti in cui sono attivo per condividere sentimenti, idee e futuri possibili.