C’è speranza: viaggio di BRIT nel Sud Italia

BRIT Tour 2021 nel Sud Italia.

Questo Tour è durato dal 6 di agosto al 22 di agosto. E' stato un viaggio esplorativo di lavoro di BRIT nel Sud Italia con lo scopo di incontrare alcune comunità e alcune persone che hanno ideato, guidato e realizzato un cambiamento sociale ed economico rilevante per la comunità locale, cambiando il paradigma corrente verso un nuovo modello molto più produttivo, di sviluppo sociale ed economico. Abbiamo, Federica Benatti ed io, visitato alcune regioni del SUD dove intuivamo azioni innovative ad alto impatto: Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e le città di Siponto, Biccari, Vaccarizzo di Montalto Uffugo, Grottole, San Floro, Favara, Sciacca. Con "visita" intendo una esplorazione dettagliata di alcune iniziative di "rottura" col passato, che avessero portato cambiamenti significativi e osservabili sul territorio locale.

Potete vedere oltre una trentina di videoclip di intervista agli attori principali di tali iniziative; di solito persone che vivono localmente il terzo settore e che hanno avuto la capacità di " immaginare" un possibile migliore futuro e di "realizzarlo".

Trovate tutto questo materiale a questo indirizzo (la piattaforma digitale di BRIT): https://www.mundobrit.com

Siamo arrivati, ad oggi, alla pubblicazione della sesta puntata (Favara) e manca solo Sciacca, ultima nostra tappa.

Quale risultati? E' ancora un po' presto per tirare le fila del lavoro svolto che è stato tanto, perchè oltre alle interviste mirate ai personaggi che hanno creato il cambiamento strutturale nei territori, abbiamo osservato il contesto, dialogato con diversi attori locali, sperimentato attività e fatto esperienze che ancora vogliamo metabolizzare.

Posso però esprimere le prime sintesi che mi sento di condividere e voglio essere sintetico, esprimendole in tre punti:

1. C'E' SPERANZA PER L'OGGI E PER IL PROSSIMO FUTURO, perchè le trasformazioni sociali ed economiche attuate sono diventate ovunque un bene che la comunità locale ha apprezzato, condiviso e partecipato, altrimenti avremmo avuto difficoltà a riconoscerle;

2. IL TEMPO speso per ideare e poi concretizzare è stato di … ANNI, dobbiamo e vogliamo esprimerlo chiaramente; pur essendo state realizzate le iniziative soprattutto da "privati", con contributi economici e finanziari privati ed altri ottenuti dalla vittoria di bandi nazionali ed europei, gli investimenti hanno prodotto impatti significativi sul territorio locale;

3. LE INIZIATIVE SONO STATE REALIZZATE DA "GIOVANI". Questo è un punto chiave per il futuro perchè ci dice che dobbiamo investire sulla ISTRUZIONE dei giovani e, vista la durata necessaria per realizzare e "irrobustire" la strategia, ciò significa che pur partendo oggi dobbiamo pensare alla educazione dei giovani come la risorsa chiave sul lungo termine. La sfida riguarda il lungo termine, non ci sono soluzioni miracolistiche di breve termine se non la capacità di concentrare i primi investimenti sui "giovani", includendovi i giovanissimi, cioè le nuove generazioni 5-6 anni >>>19-25 anni e le donne, che si sono rivelate, a mio avviso, la risorsa più impegnata e più protagonista.

GOOGLE mette su strada l’auto senza conducente, nel 2018

Google rompe gli indugi e, forte del suo know how, sviluppato in almeno 8 anni, dice pubblicamente che metterà su strada le vetture autonome nel 2018 nella prima città, al mondo, che sarà Phoenix in Arizona.

Questa la notizia. Wow! Notiamo che l'azienda che ha fornito a "Waymo", la società controllata da Alphabet (Google!), le vetture è FCA, ossia Fiat-Chrysler.

Dopo la sorpresa ed una certa incredulità vogliamo dare atto a Google di grande coraggio! Il dibattito internazionale su molto temi, aperti e ancora nemmeno condivisi, è ai primi passi. Cito tre tematiche complesse e sulle quali si concentreranno le legislazioni e le associazioni di consumatori:

A. in caso d'incidente a chi va attribuita la responsabilità: al titolare dell'auto? alla società che ha venduto l'auto automatizzata? al produttore del sistema di guida autonoma? al fabbricante dell'auto a guida autonoma?

B. in caso di incidente come si svolgerà la rilevazione dei fatti? scatola nera dell'auto? video camera a bordo che abbia registrato l'evento? dichiarazione delle persone coinvolte?

C. omologazione e quindi autorizzazione a circolare di una vettura a guida autonoma? con quali criteri, standard e verifiche operazionali ?

Vedi l'articolo qui.

Bologna chiama Tokyo

Ho visitato MAST, il complesso architettonico che ospita l'iniziativa dell'imprenditrice bolognese  Isabella Seragnoli, dove puoi esplorare e sperimentare la scienza, in particolare la meccanica; dove puoi seguire l'evoluzione del lavoro in una mostra fotografica storica da fine '800 ai giorni nostri; e fare tante altre attività.

Isabella Seragnoli

Oggi sono andato, grazie ad un blogger, Geovanny Romero, al Museo Miraikan di Tokyo ed è scattata la connessione "Bologna chiama Tokyio" perchè questi due mondi, il MAST ed il Museo Miraikan, vogliono dire al mondo qualcosa che li accomuna e che potrebbe anche farli interagire ed integrare: comunicano la bellezza e la forza della Scienza e dell'Industria perchè tutti ne siano consapevoli e tutti ne possano sfruttare la potenza per migliorare la qualità della vita ed assicurare la sopravvivenza sulla Terra.

Breve visita al Museo Miraikan

MAST è molto di più di un complesso architettonico per fare attività: è un'iniziativa che crea una connessione concreta con il territorio circostante, Bologna, per esempio offrendo un asilo nido ai dipendenti dell'azienda, la COESIA, e al quartiere; che crea uno spazio di apprendimento strutturato per i dipendenti dell'azienda; che offre uno spazio culturale per eventi attraverso un auditorium di 400 posti a sedere. E' una bella sorpresa vedere che una donna imprenditrice italiana si prende cura, con una visione di lungo termine, aperta e costruttiva, dello sviluppo delle persone e del territorio in cui la sua fabbrica produce. La sua azienda è leader mondiale nel settore degli impianti per il packaging e fattura circa 1,5 miliardi di euro, quasi tutto verso l'estero!

Umbria, ideario, orto in tasca … come fare innovazione con le PMI

Ricevo oggi da una collega ingegnera, diventata imprenditrice, una buona notizia. E' passata dall'idea, al crowdfunding, alla creazione di una srl e, nelle prossime settimane, al lancio di un servizio innovativo "L'Orto in Tasca", per connettere chi vuole comperare prodotti della terra a chilometro zero con chi li produce: una app su i-phone.

"Ho il piacere di annunciare che il 27 marzo 2013 è stata fondata L'Orto in Tasca srl! Un saluto a tutti e auguri di Buona Pasqua! Eva de Marco". Leggi tutto: http://it.ulule.com/ortointasca/news/lorto-tasca-srl-13260/; non esitare a far conoscere il progetto a chi ti sta intorno!http://it.ulule.com/ortointasca/promote/

Ricevo anche da Carlo Infante un articolo che spiega molto bene l'iniziativa della Regione Umbria, che vuole lanciare una iniziativa strategica di attuazione dell'agenda digitale; nel concreto, subito, una due giorni creativa e strutturata per generare idee attraverso uno strumento anche digitale, l'ideario, e per mettere le basi di un piano strategico con e per le PMI.

L'evento è guidato da Flavia Marzano e da Stati Generali dell'InnovazioneHo messo insieme questi tre elementi (una innovazione di servizio, la Regione Umbria e le PMI) perchè credo che sia una miscela straordinaria per alimentare il risveglio, la mutazione e lo sviluppo dell'impresa sul territorio. E' la PMI la grande e unica risorsa industriale del Paese, includendo e federando gli artigiani, i professionisti, le microimprese, le imprese piccole, medie e grandi di tutti i settori (agricoltura, industria e servizi). Il 90% del PIL industriale e dei servizi è fatto dalle PMI, non dimentichiamolo. L'articolo di Carlo Infante sintetizza il fenomeno e lo spiega, facendoci vedere un futuro, un futuro costruito con e sulle tecnologie, con e sulle idee, con le persone, con il territorio. Includere, includere, includere !

Il manifesto delle 10 innovazioni per (ri)-costruire il nostro futuro in Italia

Ecco l'iniziativa di Stati Generali dell'Innovazione, la più attiva associazione italiana che vuole FARE.

A Roma, il 4 febbraio, presso il CNR, Piazza Aldo Moro, verrà presentato un manifesto di 10 + una innovazioni che, prendendo l'avvio dalla "Agenda digitale italiana", tradotta in legge per la crescita, sviluppa 10 azioni strategiche che il nuovo governo dovrebbe perseguire con determinazione e sufficenti investimenti.

La sfida, come oramai tutti o quasi sappiamo, è darci un progetto, una speranza, una volontà di azione che faccia ripartire la voglia di FARE; che dia consapevolezza delle nostre competenze; che strutturi azioni pubbliche e private nella direzione dell'innovazione, sorgente di energia e di nuovi ricavi per l'economia italiana, di nuova occupazione e di capacità di far restare in Italia i giovani; che dia spazio alle donne, risorsa fondamentale per rilanciare  il nostro Paese

Il manifesto completo è qui. La lista delle 10 + una azioni è qui di seguito:

1) Definire e mettere in atto un Piano strategico per l'innovazione. Senza un Piano complessivo i provvedimenti, pur positivi, rischiano di non produrre reali ed efficaci cambiamenti. Nella legge “Crescita 2.0” (Decreto 179/2012 convertito nella Legge 17 Dicembre 2012 N. 221), grazie ad un emendamento basato su una nostra proposta, è previsto che il piano sia realizzato nei primi mesi del 2013. Quindi come uno dei primi atti del nuovo Governo. Ma non è importante soltanto la tempistica. Sono fondamentali la qualità e l'accuratezza del piano, che devono consentire di identificare azioni concrete ed obiettivi misurabili

2) Realizzare un programma nazionale per l'alfabetizzazione digitale sul quale focalizzare il sistema educativo nella sua interezza. Lo sviluppo delle competenze digitali è fondamentale per il nostro Paese, che soffre su questo campo di uno svantaggio molto grave nei confronti della gran parte dei Paesi Europei, come anche rilevato dal recente rapporto PISA. Ne paghiamo i danni sul fronte dello sviluppo economico-sociale, ma anche dell'inclusione e dell'esercizio dei diritti democratici. ll programma di alfabetizzazione digitale dovrà partire dalla centralità della Scuola, non solo come ambito di sviluppo delle competenze degli studenti, ma anche come luogo di raccordo e di costruzione dello sviluppo culturale del territorio, evidenziando il ruolo delle università e delle biblioteche come luoghi aperti di incontro e di scambio fisico e virtuale. Inoltre, dovrà prevedere la disseminazione sul territorio di “telecentri” e piazze telematiche dove possano incontrarsi coworking e formazione, attività ICT assistite e iniziative sociali. Il coinvolgimento, in particolare, di attori in grado di agire come moltiplicatori sul territorio (quali centri di quartiere, associazioni di volontariato, ecc.) diventa di cruciale importanze per raggiungere capillarmente contesti e cittadini a maggior rischio di esclusione, e per dar vita a processi di sperimentazione di innovazione sociale. Il contratto di servizio e la missione RAI devono includere l'impegno pubblico per l'alfabetizzazione digitale con una programmazione dedicata;

3) Porre la Scuola al centro come luogo di investimento e di creazione di valore. Rilanciare il ruolo della Scuola, dell’Università, della formazione continua e di tutte le agenzie formative per scandire un’evoluzione dei modelli d’apprendimento in relazione agli scenari del cambiamento, secondo nuovi principi educativi come il social learning (le piattaforme Web che declinano in ambito educativo le potenzialità dei social network).

4) Attuare l'Open Government nei processi decisionali. Per avviare le pratiche di Open Government, dopo il passo necessario (e obbligatorio ai sensi della legge sopra citata) dell'apertura dei Dati, è importante andare oltre le consultazioni estemporanee e definire modalità sistematiche di partecipazione nei processi legislativi, in modo che i portatori di interesse possano contribuire in modo efficace. Le modalità potranno andare dalla pubblicazione delle bozze delle iniziative legislative governative di maggiore importanza, ad un percorso consultivo strutturato, all'apertura di piattaforme online per la proposta di idee legislative (legislazione diffusa), come di recente avviato in Finlandia;

5) Promuovere il commercio elettronico e lo sviluppo della cultura digitale delle piccole e medie imprese, in termini di riorganizzazione dei loro processi produttivi e di marketing, per massimizzare i benefici offerti dalle nuove tecnologie digitali (e non), attraverso anche l’introduzione di meccanismi di incentivazione. Incentivare la nascita di Reti di imprese.

6) Riconoscere l'accesso in banda larga come servizio universale. Il livello di qualità e la larghezza della banda devono essere definiti in modo da raggiungere l'obiettivo primario dello sviluppo sociale ed economico, e quindi anche rispetto alle evoluzioni tecnologiche e alle situazioni presenti nei paesi UE, partendo da un livello minimo di banda e avendo un graduale obiettivo di garantire la banda larga di terza generazione a tutta la popolazione. L'approccio deve essere tecnologicamente neutrale e gli operatori che forniscono questo servizio universale devono rispettare i principi della “net neutrality”, come ribaditi anche nell'Agenda Digitale Europea.

7) Ridurre le barriere all'ingresso del mercato delle telecomunicazioni e Realizzare il modello della “fibra dei cittadini”. Ridurre le barriere all'ingresso del mercato delle telecomunicazioni, per stimolare la partecipazione al mercato della infrastrutturazione in fibra da parte della piu' ampia pluralita' di soggetti, nel rispetto del quadro comunitario, anche di cittadini associati con formule che permettano di realizzare di fatto il modello della “fibra dei cittadini". La proposta è di prevedere che la parte di fibra dell'ultimo miglio (FTTH – fiber to the home) sia considerata come pertinenza degli edifici, consentendo la realizzazione di cablaggio in banda larga con un costo molto basso e con utilizzo ampio della banda (non solo per Internet e voce).

8) Cambiare il modello del lavoro, con un riconoscimento esplicito dell'Economia della Conoscenza e di conseguenza un adeguamento delle politiche del lavoro rivolte alle nuove forme di produzione del valore cognitivo (con modalità di lavoro in mobilità, smart working). Definire di conseguenza le politiche di tutela del lavoro precario, intercettando tutte le espressioni informali d’impresa creativa, per ridisegnare un sistema di welfare e di sostegno alla flessibilità. In ottica più generale, anche con meccanismi come il reddito minimo di cittadinanza.

9) Sviluppare il mercato dell’open innovation, usando con attenzione le risorse che le Regioni possono mettere a disposizione delle imprese e curando la crescita della loro capacità di innovazione secondo un modello che valorizzi le specificità italiane.

10) Mettere in rete l’intera filiera dell’Innovazione – Università, Impresa, Credito, Territorio – per rendere possibile una politica economica centrata sull’ innovazione come motore della crescita e dello sviluppo del nostro paese, anche ridefinendo l'attuale concetto di “start-up” verso un'accezione sempre piu' imprenditoriale, anche in riferimento ai laboratori di ricerca. Prevedere e incentivare attività di trasferimento tecnologico.

11)Promuovere politiche dell'innovazione sensibili alle differenze, a partire da quelle di genere– Riconoscere ed integrare i bisogni, gli interessi e le competenze delle donne nella ricerca, nei progetti e nei dibattiti sull'innovazione, per un approccio pluralista e inclusivo delle differenze in generale; promuovere iniziative per colmare il digital divide di genere, per il supposto alle start up femminili, per aumentare la presenza di donne nei percorsi di studio e nelle carriere ICT, per una migliore sinergia tra innovazione sociale e innovazione strettamente tecnologica.