Il leader imperfetto

Gianfranco Goeta esplora i fondamentali della leadership e ne fa una mappa per i lettori del suo ultimo libro intitolato "il leader imperfetto". Oggi guida l'azienda "Astro Leadership e impresa", dopo aver fondato e guidato SCOA, la prima azienda di Coaching in Italia.  

Sono molti i libri e i percorsi formativi che hanno trattato il tema della leadership e ogni manager ne fa esperienza sul campo, nella organizzazione in cui lavora e in qualche seminario impegnativo, perchè esperienzale e magari "outdoor".

Sappiamo già tutto, dunque? o vale la pena leggere il libro di Goeta e riflettere sulla propria leadership?

Penso che sia utile e sfidante procedere ad una lettura del libro, purchè la intenzione con cui lo si fa abbia una direzione, che potrebbe essere quella di riflettere sul "come", oggi, agiamo: è una specie di cartina di tornasole che ogni tanto è bene fare su se stessi.

Che cosa racconta il libro che testimonia la sua utilità?

Secondo me ci sono due punti molto sensibili, provo a raccontarli. 

Il primo è che la leadership che pratichiamo deve essere uno stile di vita, un comportamento autentico, con alcuni obiettivi, che dovremmo verificare con gli altri attori con cui agiamo;  chiamiamo "stakeholder" questi attori oppure li consideriamo come parte del "sistema" dentro cui operiamo

Il secondo punto sensibile è la nostra azione che impatta, è cioè il FARE, che ci permetterà di farci conoscere o ri-conoscere; la leadership è quindi una guida, un dare e ricevere aiuto, è ascolto, è fare insieme.

Il libro dice tante altre cose. L'immagine di questo blog è tratta dal film "The Post", che viene utilizzato da Goeta come ispirazione per il capitolo 2 del libro, intitolato "LEADER IN AZIONE". Il film "The Post" e’ uno dei cinque film che vengono scandagliati nel libro per capire come funziona la leadership, che è vista come danza corale che include ma trascende le qualita’ personali e professionali di un individuo: come tale puo’ prendere corpo solo nella inter-azione fiduciaria con la comunita’ di cui l’individuo fa parte, messa di fronte a un problema che richiede un salto di qualita’ per essere risolto. 

Potete andare qui per supportare l'azione che Goeta sta facendo per diffondere questa "lettura" della leadership, che è anche una lista di controllo per capire come "tu sei messo", ossia qual è la tua mappa: https://bookabook.it/libri/il-leader-imperfetto/

 

 

Mappiamo l’OPEN INNOVATION: radar a 10 variabili, così faccio il check-up

Foto di opera d'arte a "setup" Bologna 2018

L'esperienza con le aziende e con la committenza pubblica mi ha condotto a "mappare" l'OPEN INNOVATION con la tecnica del radar in 10 variabili. Ogni variabile è una caratteristica di OI che deve essere considerata perchè crea valore e permette all'utente, all'impresa ad esempio, di includerla come "leva" per cambiare il "gioco" aziendale dell'innovazione. Vediamole dunque, in questa rapida carrellata, una per una, attraverso una domanda, la cui risposta dirà il posizionamento del rispondente e/o dell'azienda, OGGI. Usiamo una scala che va da 1 a 3. Lo stesso esercizio si può fare per il futuro, creando così una mappa "desiderata" per l'anno 20xx.

1. COLLABORAZIONE

Qual è lo stato dell'arte del "networking " con i principali attori dell'eco-sistema dell'innovazione? 1= non ho relazioni, se non quelli con la mia rete "captive"; 3=accordi "win-win" con gli stakeholder chiave; 

2. GEOGRAFIA

Dove cerchi nuovi partner e solutori per innovare? 1=localmente; 3=nel mondo

3. NON CONFIDENZIALITA'

Quanto vuoi proteggere la confidenzialità dell'azienda e del progetto d'innovazione? 1=trasparenza zero, 3=trasparenza totale

4. TRASVERSALITA' (CROSSING)

Qual è la tua convinzione sulla trasversalità settoriale e geografica delle competenze  e del know how esterno? 1=non c'è trasversalità; 3=tutti possono contribuire (crowd-sourcing)

5. APERTURA ORGANIZZATIVA

Quanto ascolti da clienti e stakehoder dell'eco-sistema per innovare? 1=nulla; 3=coinvolgo clienti e stakeholder nella innovazione;

6. INNOVAZIONE INCREMENTALE O RADICALE

Pratichi innovazione incrementale o radicale? 1=solo incrementale; 3=solo radicale;

7.ANALISI DELLE ESIGENZE

Qual è la tua priorità? l'analisi delle esigenze dei Clienti potenziali e attuali o la tua offerta ai Clienti? 1=priorità all'offerta; 3= priorità alle "PERSONAs"; 

8. VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Decidi gli investimenti per l'innovazione con grande prudenza o grande coraggio? 1=minimizzo il rischio; 3=valuto il rischio, lo accolgo e lo gestisco;

9. SOLUZIONI DI BT O DI LT

Acquisti know how solo se disponibile a scaffale o fai progetti di LT con il partner innovatore? 1=scaffale; 3=progetti di R&S con il partner

10. PARTNER OI

Applichi OI da solo o acquisti guida e supporto all'esterno da aziende/persone che operano nel mercato OI?

1= tutto da solo; 3= utilizzo i broker di OI

Ti mostro qui di seguito due grafici che ho costruito dopo aver rilevato la situazione in Italia, su committenza della Regione Lombardia, che ha in seguito generato e attuato una "policy per l'open innovation". 

Le PMI 

Il radar ci restituisce una fotografia con due punti di forza delle PMI italiane: cercano il know how dappertutto, in tutti i settori; sono orientate sia all'innovazione incrementale sia a quella "radicale". Sulle altre variabili si notano gradi debolezze se non mancanza di sensibilità, come nel caso del ricorso a guide e aiuti esterni, come dai broker di OI. Le PMI preferiscono comperare know how …a scaffale, già bello e pronto.

Le grandi multinazionali operanti in Italia

Il profilo mostra un buon equilibrio generale ed una certa debolezza sulla capacità di rischio che è medio bassa. 

Le PA italiane (Regioni)

Le Regioni richiedono, attraverso i bandi, quasi sempre innovazioni radicali. Il profilo è piuttosto basso specie per l'ascolto e il coinvolgimento dei Clienti. La ricerca si rivolge quasi sempre alle soluzioni a scaffale; poco spazio a investimenti di LT.

Il RADAR ti permette un check up veloce del tuo stato dell'arte dei processi d'innovazione. Non farti prendere però dal "faccio tutto io" ! L'esperienza di altri attori, esterni, ti toglie dall'isolamento !

 

 

Ogni problema ha una soluzione.

Potete guardare questo videoclip, girato al TEDx di Montebelluna, nel quale racconto alcune esperienze che mi hanno cambiato la vita!  

Racconto di due esperienze di ASCOLTO e del mio incontro con l'INNOVAZIONE APERTA.

Vedrete anche una brevissima sessione di "mindulfness" usando i palloncini.

MIT facilita la creazione del futuro: U Lab “leading from the emerging future”

MIT, IL MASSACHUSSET INSTITUTE OF TECHNOLOGY, di Boston ha lanciato nel 2015 un programma per formare milioni di persone che vogliano raggiungere il proprio profondo e nascosto "sè", trovarvi il proprio futuro e realizzarlo! Sintetizzare un inaspettato e grandioso programma di potenziamento individuale per migliorare la società e darci una speranza di sopravvivenza e sviluppo è impresa "impossibile" ! ci proverò lo stesso perchè questo percorso può cambaire la vostra vita. Sto frequentando questo corso ormai da quattro settimane (è iniziato il giorno 8 settembre) e sento già molti benefici che riguardano le mie capacità di ascolto, di empatia e di generazione di idee in ambienti collaborativi, come le sessioni di coaching che sono programmate nel corso. 

Lo schema che ci spiega il percorso ha la forma di U:

Andiamo per ordine e cominciamo con questo videoclip in cui Otto Scharmer, il leader, facilitatore e designer del corso,  ci illustra i perchè e il percorso.

Ora possiamo esaminare il grafico ad U. La parte a sinistra di questo modello ad U ci guida nella trasformazione dell'ascolto e della relazione con gli altri, con lo scopo di farci arrivare al nostro "sè" (self), che è profondo e nascosto in un punto cieco (blind spot).

Qui scopriremo che ci sono almeno due "sè": il primo è quello che usiamo, spesso in modo automatico, e che contiene le nostre convinzioni, i nostri comportamenti automatici, spontanei. Da questo "sè" noi scarichiamo (downloading) la nostra quotidianità, che spesso contiene pre-giudizi ed un ego smisurato. Poi c'è un "Sè" (per distinguerlo ho usato la iniziale maiuscola) che è diverso, che contiene sensazioni, informazioni, immagini che delineano i possibili nostri futuri, è il Sè del futuro, inespresso, che vorrebbe emergere e realizzarsi ma che trova molti ostacoli, soprattutto interni. 

Ecco, il percorso U ci guida verso questo Sè del futuro, come se questi fosse una grandiosa energia imprigionata che aspetta di essere liberata! SE ci arriviamo, e U LAB ci aiuta in questo, allora parte la seconda parte del metodo U, quello d'AZIONE, o meglio dell'ACTION LEARNING, perchè non possiamo subito realizzare tutto quanto il Sè del futuro vorrebbe: dobbiamo imparare. Come? Il metodo U ce lo propone: ci propone di cristallizzare la INTENZIONE, cioè la nostra volontà e di sperimentare attraverso un PROTOTIPO, per passare poi all'azione vera e propria, alla "performance". 

Il percorso è fatto di attività individuali, come la visione di videoclip e la lettura, e di azioni di gruppo, in presenza o miste da remote, come i CIRCOLI di COACHING, dove 6 persone – numero massimo- si incontrano tutte le settimane per 6 settimane con lo scopo di affinare e aumentare le proprie capacità di ascolto e di aiuto, ma con una modalità rispettosa dell'altro.

Fantastica esperienza. 

Collaborare per innovare: nuovi format e nuove piattaforme

Gli Stati generali dell'Innovazione (SGI) hanno promosso una "Consulta" con la partecipazione dei parlamentari italiani eletti recentemente, il 21 maggio, a Roma.

I 10+1 punti della carta di intenti per l'innovazione sono stati presentati attraverso proposte di legge elaborate da SGI. 

Uno dei punti era intitolato "Open Innovation" (OI). Due erano i messaggi chiave:

1. La relazione che oggi conta, perchè è quella che produce innovazione subito, è tra il "Committente" che ha l'idea e vuole fare l'innovazione, e il "solutore" che ha la tecnologia necessaria allo specifico problema. Questa relazione integra, si aggiunge a quella ben nota tra "Università"/centri di R&S e Imprese, ove l'Università e la R&S sono considerate le uniche depositarie delle soluzioni. E' come percorrere una strada nelle due direzioni ! OI è come andare "dal problema alla soluzione"; la Ricerca/Università è come andare "dalla soluzione al problema."

2. Per trovare le soluzioni è necessario far incontrare la "domanda" (il problema) con "l'offerta" (la soluzione) e ciò oggi è abilitato dalle piattaforme di collaborazione digitali. Queste piattaforme assomigliamo molto a social network, più strutturati di quelli che primeggiano sul mercato, come Facebook. Non è sufficiente una piattaforma digitale, occorre anche una relazione, assistita e facilitata; occorre un "format", cioè una esperienza che crei fiducia, relazione, flusso di comunicazione.

Perchè la politica deve recitare la sua parte in questa rivoluzione copernicana ? Perchè è sul territorio che si creano le maggiori opportunità; e il territorio da cui si parte è la Regione.

Alla Regione spetta la responsabilità di creare le condizioni favorevoli all'innovazione, specie per le PMI; la piattaforma, anzi il "format" collaborativo dovrebbe essere lanciato e sostenuto dalla Regione.

Questa è la prossima sfida per sostenere la trasformazione del manifatturiero italiano, con la finalità della internazionalizzazione e della riconquista della competitività.

Umbria, ideario, orto in tasca … come fare innovazione con le PMI

Ricevo oggi da una collega ingegnera, diventata imprenditrice, una buona notizia. E' passata dall'idea, al crowdfunding, alla creazione di una srl e, nelle prossime settimane, al lancio di un servizio innovativo "L'Orto in Tasca", per connettere chi vuole comperare prodotti della terra a chilometro zero con chi li produce: una app su i-phone.

"Ho il piacere di annunciare che il 27 marzo 2013 è stata fondata L'Orto in Tasca srl! Un saluto a tutti e auguri di Buona Pasqua! Eva de Marco". Leggi tutto: http://it.ulule.com/ortointasca/news/lorto-tasca-srl-13260/; non esitare a far conoscere il progetto a chi ti sta intorno!http://it.ulule.com/ortointasca/promote/

Ricevo anche da Carlo Infante un articolo che spiega molto bene l'iniziativa della Regione Umbria, che vuole lanciare una iniziativa strategica di attuazione dell'agenda digitale; nel concreto, subito, una due giorni creativa e strutturata per generare idee attraverso uno strumento anche digitale, l'ideario, e per mettere le basi di un piano strategico con e per le PMI.

L'evento è guidato da Flavia Marzano e da Stati Generali dell'InnovazioneHo messo insieme questi tre elementi (una innovazione di servizio, la Regione Umbria e le PMI) perchè credo che sia una miscela straordinaria per alimentare il risveglio, la mutazione e lo sviluppo dell'impresa sul territorio. E' la PMI la grande e unica risorsa industriale del Paese, includendo e federando gli artigiani, i professionisti, le microimprese, le imprese piccole, medie e grandi di tutti i settori (agricoltura, industria e servizi). Il 90% del PIL industriale e dei servizi è fatto dalle PMI, non dimentichiamolo. L'articolo di Carlo Infante sintetizza il fenomeno e lo spiega, facendoci vedere un futuro, un futuro costruito con e sulle tecnologie, con e sulle idee, con le persone, con il territorio. Includere, includere, includere !

Viaggio nel futuro: andiamo all’Apple Store

Come vi immaginate o come vorreste fosse l'assistenza post vendita ? Facciamo un viaggio nel futuro, ossia andiamo in un Apple store. Io ho scelto quello di Torino, di cui vedete qui sotto la foto.

La storia inizia con un guasto, il mio nuovo iphone 5 si è guastato; accade anche in casa Apple. Che cosa è successo dopo è …il viaggio nel futuro, dove le esigenze del Cliente sono soddisfatte, anzi anticipate !

Il mio resoconto inizia, due giorni prima, con una telefonata al call centre Vodafone, mio attuale fornitore dei servizi di comunicazione cellulare, dove mi viene detto che devo contattare l'Apple store…solo via web. Buon inizio, penso tra me. Accedo dunque al sito web dove vengo invitato a prenotare l'appuntamento per la verifica e l'eventuale sostituzione immediata: due buone notizie. Fisso l'appuntamento alle ore 10 e 30 di giovedì 7 febbraio. Inizia l'avventura.            Arrivo alle 10 e 25 ed entro in un grande spazio aperto con una dozzina di tavoli e le pareti tapezzate di accessori per i prodotti Apple. Ogni tavolo, attrezzato con prese elettriche ed alimentatori, è identificato per la sua funzione: set up, personal training, diagnosi, e così via; c'è anche una zona "bimbi" con ipad e giochi.

Una dozzina di assistenti Apple in maglietta blu, dotati di collegamento auricolare, iphone e badge con biglietti da visita individuali, ti attende per darti assistenza su qualsiasi problema. Ogni Cliente ha un appuntamento e viene preso in carico da un assistente.   Il mio assistente è Paolo che immediatamente mi saluta con "tu sei Renzo vero, hai un appuntamento alle 10 e 30" e mi fa sedere al tavolo libero più vicino. Dopo 5 minuti, alle 10 e 30, inizia la soluzione del mio problema. Ora vi elenco tutte le situazioni che ho vissuto ed osservato per testimonare quanto sia stato un viaggio nel futuro, futuro perchè non ho mai visto un servizio al Cliente, nel post vendita, che sia stato realizzato usando tutto quanto ci si aspetta dal mondo digitale.

Ecco le esperienze più gratificanti in sequenza temporale:

1. dematerializzazione totale: chiedo se devo mostrare la fattura e la risposta è "NON serve", abbiamo già tutti i dati registrati qui sul mio i-pad…e pensare che Vodafone mi aveva detto di portarmi la fattura !

2.  diagnosi del guasto: il mio cellulare viene messo in carica e ripartendo mostra strane righe come quelle di un codice a barre. Paolo decide immediatamente la sostituzione. Rileva il codice seriale del mio apparato  dalla confezione e preleva un prodotto nuovo che registra automaticamente grazie ad una etichetta con codice a barre. Mentre assisto vedo un altro assistente con uno strano aggeggio che assomiglia ad uno strumento da otorino con luce a LED, che esamina un iphone 3 indirizzando la luce verso uno dei fori del prodotto, forse un ingresso per un jack auricolare;  e mostra alla Cliente ciò che si vede attraverso una specie di lente di ingrandimento dello strumento stesso, poi parlottano e sento solo dire " può restituire ad Apple il suo vecchio modello oramai fuori uso; le verranno dati 20 euro e il prodotto verrà mandato nella nostra fabbrica per il riciclaggio"…linguaggio da fantascienza. Allora Apple ricicla e riusa ? Penso proprio di sì.

3. Back up e ripartenza del mio nuovo cellulare: i dati del back sono stati registrati, a mia insaputa ?!, nel mio lap top, un MAC Pro, a cui sono affezzionatissimo; l'assistente mi spiega che cosa si dovrebbe fare, ascolta il mio "sì" e procede direttamente sul mio computer con i comandi appropriati; io non avrei saputo che fare ! in pochi minuti tutti i dati del mio vecchio iphone sono sul nuovo apparato. Controllo, tutto a posto.

4. Training: credo che il mio impaccio a fronte del back up abbia indotto Paolo, l'assistente, a dirmi che Apple mi può offrire, gratuitamente, dei corsi di un'ora ciascuno per aiutarmi ad usare al meglio i prodotti Apple, incluso il mio i-phone. Gli chiedo se sono corsi attraverso il computer e la rete e la risposta mi sorprende: i corsi sono tenuti in presenza da personale tecnico ai Clienti; lo sguardo si posa proprio su di un tavolo vicino dove troneggia "training individuale" e vedo un assistente che parla con una Cliente, le sta spiegando qualcosa ma non sento perchè sono troppo distante e parlano piano…a proposito, in quella stanza ci saranno almena una trentina di persone, ma non si danno assolutamente fastidio ..strani effetti del futuro !

5. i dipendenti di Apple sono assunti a tempo indeterminato: chiedo a Paolo quale sia il suo contratto di lavoro. "A tempo indeterminato". Si chiude qui con un mio saluto, un grazie ed un pensiero…come sono privilegiati e fortunati questi assistenti di Apple, peccato che vivano nel futuro…anzi forse sto sognando e vi sto raccontando il mio sogno….chissà.

Giorgio Gaber: “C’è solo la strada su cui puoi contare” come metafora per la collaborazione

 

Carlo Mochi Sismondi scrive su Forum PA, oggi 24 gennaio 2013, una sintesi straordinaria di un possibile futuro per il nostro Paese, fondandolo sulla forza creativa di un atto volontario coraggioso: "uscire dal nostro perimetro" (di azienda, di ricercatore, di pubblica amministrazione…) per coinvolgere gli altri, per farli partecipare, per collaborare. Per me che frequento le buone pratiche dell'open innovation vedo, attraverso le sue parole, la "open collaboration", la rete, il passaggio dal contributo individuale a quello della "folla" (il crowd). 

La metafora che ci offre Carlo viene da Giorgio Gaber, dalla sua canzone "C'è solo la strada su cui puoi contare" ***  

E' una meravigliosa  e potentissima sintesi quella che ci offre Carlo Mochi. Trovate l'articolo su Forum PA in questa pagina.

ll messaggio di Carlo dà speranza, offre una via per cambiare, per ristrutturare le nostre vecchie convinzioni basate sulla forza del singolo individuo e rifondarle sulla "inclusione" degli altri, di tanti singoli…E la differenza è che questi tanti singoli possono collaborare.Mai più soli se vogliamo salvarci.

*** la strofa – metafora è questa:

" C'è solo la strada su cui puoi contare

la strada è l'unica salvezza

c'è solo la voglia e il bisogno di

uscire

di esporsi nella strada, nella piazza

perché il giudizio universale

non passa per le case

e gli angeli non danno appuntamenti

e anche nelle case più spaziose

non c'è spazio per verifiche e confronti

"