Un demo molto interessante dove si vedono in azione tre droni, dei quadricotteri, che costruiscono una struttura in filo d'acciaio, che permette il transito di persone: un "ponte" di emergenza ma che permette la funzione del ponte…traghettare persone da un lato all'altro !
Il progetto è stato possibile grazie a due ricercatori italiani – Federico Augugliaro, esperto di robotica, e Raffaello D'Andrea- e da un gruppo di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo.
Il ponte – per la sua interezza – viene costruito in tutto e per tutto dai droni usando una fibra sintetica con una resistenza paragonabile a quella dell'acciaio, chiamata Dyneema, particolarmente adatta per i cavi da trazione. Non essendo troppo pesante, la corda in Dyneema può essere agevolmente collocata dai droni che, come si vede nel video dimostrativo, sono riusciti a praticare nodi ed intrecci ove necessario.
Il ponte di corda, assicurano i ricercatori del Politecnico svizzero, può quindi poi essere utilizzato da parte di qualunque persona per spostarsi da un lato all'altro. Evidenti le possibili applicazioni pratiche: si pensi alle situazioni di emergenza in cui la costruzione di un ponte simile può aiutare a salvare vite.
Che cosa significa questo "technlogy proof"? Significa che si possono realizzare soluzioni inimmaginabili, anche solo 10 anni fa, perchè i ricercatori, gli scienziati e gli innovatori hanno capito che le conoscenze sono trasversali e che la collaborazione interdisciplinare porta a soluzioni radicali!
Uno straordinario gruppo di innovatori italiani ha dato vita ad una iniziativa d'internazionalizzazione con target il Brasile. Qui le loro immagini e profili. L'iniziativa si chiama BRIT. Il primo progetto si chiama FÉBUS (FÉ in brasiliano vuol dire fiducia). L'offerta si esprime attraverso diverse innovazioni che si materializzano in un veicolo speciale , con equipaggio a bordo, che funziona come un "laboratorio mobile di diagnostica di edifici e di aree urbane". Ecco il visual di FÉBUS:
La domanda che i progettisti si sono posti è stata: come possiamo trasformare l'equipaggio, localizzato in Brasile nell'area da rilevare, in un equipaggio con tutte le competenze necessarie di post-processing, come l'elaborazione 3D degli edifici e delle aree urbane attraverso droni e laser scanner; e la capacità diagnostiche sui materiali con le migliori conoscenze del made in italy del restauro?
La risposta è stata il design di una piattaforma digitale, installata sul veicolo, con queste quattro capacità:
connesssione always on conil back office in Italia e Brasile e con i partner ovunque localizzati;
web cam indossabili e connessione video ad alta definizione;
voce aumentata, ossia soppressione del rumore;
applicazioni collaborative locali e remote.
E' nato HITV che significa: High Integrated TEAM & Vehicle. Lo schema a blocchi che segue ne dà una mappa concettuale.
"Sarà la bellezza a a salvare il mondo": è la profezia di Dostoevskij. Ed è anche la chiusura di un libro intitolato " La cultura si mangia ! ", scritto da Bruno Arpaia (scrittore) e Pietro Greco (giornalista e conduttore radiofonico). Edizione Guanda, 2013.
Il libro popone una tesi ed avanza alcune proposte strategiche per l'Italia, sul tema della "cultura".
La tesi è che l'Italia deve cambiare strategia di specializzazione produttiva, dagli attuali prodotti e servizi a tecnologia medio-bassa verso prodotti/servizi ad alto contenuto di conoscenza (socialmente ed ecologicamente sostenibili), abbracciando il passaggio storico delle economie moderne verso la società della conoscenza. Dicono gli autori che l'Italia non lo sta facendo e che invece taglia gli investimenti pubblici e privati per la cultura.
Ma che cosa significa "industria della cultura e della creatività" e quanto conta nel PIL italiano. I dati riportati (anno 2011) dicono chevale circa 4,5 milioni di occupati e il 15% del PILnazionale (fonte: ricerca di Unioncamere e Symbola); è creato da 1,535 milioni d'imprese, il 25% della base imprenditoriale italiana; 38 miliardi di export, pari al 10% del totale italiano.
Nell'industria della cultura troviamo sia le attività umanistiche, sia quelle scientifiche e quindi: Ricerca e Sviluppo (1,2% del PIL circa), artigianato di alta qualità, produzione artistica, istruzione e formazione, editoria, produzioni radio, televisive e cinematografiche, cura e gestione di beni culturali (edifici storici, musei, opere d'arte, ecc. ), opere degli architetti e ingegneri liberi professionisti, sviluppo di software e di videogiochi, autori di opere dell'ingegno (scrittori, musicisti, ecc.), giornalisti e giornali, design.
Manca il ruolo dello Stato che ha invece prodotto vere e proprie rivoluzioni culturali ed economiche come a Bilbao e nella valle della Ruhr in Germania, ove l'intervento pubblico si è manifestato con una strategia e con forti investimenti (miliardi di €).
Che cosa propongono gli autori? Quattro interventi strategici:
aumentare il numero di persone creative;
aumentare il numero di imprenditori hi-tech;
aumentare e focalizzare la domanda pubblica di beni e servizi comuni (non per il consumo individuale) verso:
l'energia: cambiare il paradigma energetico nazionale da consumo di energie fossili a energie rinnovabili e all'efficienza energetica; la Germania col progetto DESERTEC vuole produrre energia dal sole nel Sahara e in Arabia;
la tutela del territorio, riducendone la fragilità: mitigare i rischi idrogeologici e sismici; il rischio di inquinanti tossici; contrastare e ridurre l'abusivismo edilizio; mitigare i disastri da calamità naturali;
tutela dei beni culturali: dalla mera conservazione alla produzione culturale, al dialogo interculturale, alla promozione della lettura;
il rilancio dell'industria della cultura e della creatività: riforma degli istituti di cultura italiana nel mondo, traduzione dei libri italiani, sostegno alle discipline musicali e artistiche; rimozione dei vincoli alle produzioni autoriali;
sviluppare città intelligenti che creino habitat creativi: creare le condizioni nelle grandi città perla collaborazione e "contaminazione reciproca" tra talenti, tecnologi e committenti; creazione di luoghi comuni e condivisi di produzione; incubatori.
Che cosa ci ispira? il futuro si può prevedere ma la mia ispirazione è che "il futuro si può costruire" e che l'innovazione è il motore della costruzione !
Ho tratto da TED Fellows le 7 innovazioni che cambieranno la Medicina. Ho scelto di scrivere sulla prima di queste innovazioni perchè avrà un enorme impatto sociale; potrà salvare milioni di vite minacciate da malattie sconosciute in Occidente ma letali, se non diagnosticate e curate, come la malaria e la tubercolosi. Il microscopio sta su di una pagina di carta, come mostrato nell'immagine sopra; la dimensione è quella di un foglio A4; contiene la lente e tutto quanto necessario per la diagnosi di una malattia; serviranno quindi tanti fogli quante saranno le malattie da diagnosticare. Il costo è di 0,5 euro.
Le altre innovazioni, che potrete esaminare con più dettaglio leggendo l'articolo, sono:
un gel che blocca l'emorragia istantaneamente (a gel that instantly stops bleeding);
un incubatore a basso costo per i prematuri (a low-cost incubator for premature babies);
crescita dell'osso in un laboratorio (human bones, grown in a lab);
un laser per cure mirate anti HIV (laser that zaps HIV);
triage in una app (emergency triage in an app)
rendering per animare le molecole (animation for scientists, by scientists)