10 + 1 innovazioni, il manifesto di SGI: “qui si fà l’Italia”

Il video che apre questo post spiega bene come e perchè sia nata questa iniziativa: Stati Generali dell'Innovazione con la prima Consulta nazionale sull'innovazione ha facilitato la formazione e la condivisione della Carta d'intenti dell'innovazione.

Il sottotitolo della giornata, ben spesa,  al Convegno organizzato da Stati Generali dell’Innovazione (SGI) potrebbe essere: incontro ravvicinato con i candidati alle elezioni. 

Roma, 4 febbraio, sala del CNR. SGI presenta la Carta d’intenti dell’Innovazione coinvolgendo i candidati alle prossime elezioni politiche.

Il documento esordisce con una affermazione che va oltre il solito schema innovazione=tecnologia: “l’innovazione è spesso concepita come un ambito circoscritto, strettamente tecnologico. Nulla di più sbagliato. Si tratta del futuro sociale ed economico del nostro Paese. Si tratta della qualità della vita di tutti noi”

Possiamo progettare e realizzare uno sviluppo economico e sociale diverso dall’attuale e quindi sostenibile e orientato a migliorare la qualità della vita perché abbiamo, in Italia, le competenze per innovare. Ci si può chiedere perché non ci siamo già incamminati da anni su questa strada. La risposta è semplice: ci sono tanti ostacoli sulla strada dell’innovazione e quinci occorrono consapevolezze e politiche che  riducano e  mitighino questi ostacoli.

Le politiche dell’innovazione sono state così espresse:

1.     politica della sostenibilità, ossia dell’uso e riuso delle risorse non rinnovabili attraverso nuovi modelli di inverse manufacturing e lo sfruttamento diffuso di energie rinnovabili reso possibile dalle tecnologie ICT

2.     politica dell’apertura a modelli collaborativi tra persone, organizzazioni, tra pubblico e privato

3.     politica delle smart city, cioè del territorio come attore che promuove e realizza l’innovazione sociale

Nella tavola rotonda di apertura il messaggio più importante, largamente condiviso, ed espresso con proposte e volontà di “fare” da Agostino Ragosa, Agenzia per l'Italia digitale e da Antonella Galdi, Anci, è stato il seguente: “ è necessario costruire un piano strategico dell’innovazione per l’Italia, deve essere fatto con la partecipazione dal basso di tutti gli stakehoder, portatori di competenze e di volontà realizzative, e deve includere le vocazioni e le espressioni dei territori…non solo Smart City, e quindi tante iniziative che usino il capitale locale di conoscenze e capacità “

I candidati alle prossime elezioni, oltre 70, di tutte le provenienze, hanno sottoscritto la carta d’intenti. I presenti all’evento hanno reso evidente la fase di transizione che stiamo vivendo, dalla delega alla partecipazione. Lo hanno reso chiaro nel linguaggio, che da “io” è diventato “noi, insieme” ; lo hanno espresso nell’orientamento che va dal “il partito dice e sostiene” al “ i cittadini chiedono e vogliono”. 

Il pubblico è stato coinvolto con la modalità “Open Talk”, organizzata da Carlo Infante, in quattro temi: sviluppo, open, inclusione, creatività. Questi termini sono stati anche gli hash tag di twitter per raccogliere in tempo reale i pensieri del pubblico e per costruire poi i rapporti finali, sempre in tempo reale. L’hash tag “#sginnovazione” è stato il secondo più twittato , in Italia, il 4 di febbraio !

Ne ricordo alcuni che spiegano ed  enfatizzano quattro punti cruciali, della proposta di SGI: facciamo la strategia dell’innovazione (punto 1), apriamo i dati pubblici ai cittadini (punto 3:open data& open government), alfabetizziamo la società azione digitale (punto2), includiamo  le differenze, a partire da quelle di genere (punto undici):

·      nel rapporto istituzioni-cittadini vogliamo trasparenza, trasparenza, trasparenza

·      l’innovazione è anche donna !

·      più sappiamo più navighiamo

·      alfabetizzazione RAI non deve essere slogan

·      l’innovazione è lo sviluppo

·      i giovani capaci urlano…e il merito !!!! ?????

·      strategico includere le donne nello sviluppo per le loro competenze e per lo sguardo femminile

·      sviluppo se le PMI si aggregano in rete ed imparano a collaborare

·      Open Data: è la rivoluzione perché struttura la trasparenza degli atti pubblici e dei dati pubblici

Leggete anche che cosa ne pensa Carlo Infante.

Giorgio Gaber: “C’è solo la strada su cui puoi contare” come metafora per la collaborazione

 

Carlo Mochi Sismondi scrive su Forum PA, oggi 24 gennaio 2013, una sintesi straordinaria di un possibile futuro per il nostro Paese, fondandolo sulla forza creativa di un atto volontario coraggioso: "uscire dal nostro perimetro" (di azienda, di ricercatore, di pubblica amministrazione…) per coinvolgere gli altri, per farli partecipare, per collaborare. Per me che frequento le buone pratiche dell'open innovation vedo, attraverso le sue parole, la "open collaboration", la rete, il passaggio dal contributo individuale a quello della "folla" (il crowd). 

La metafora che ci offre Carlo viene da Giorgio Gaber, dalla sua canzone "C'è solo la strada su cui puoi contare" ***  

E' una meravigliosa  e potentissima sintesi quella che ci offre Carlo Mochi. Trovate l'articolo su Forum PA in questa pagina.

ll messaggio di Carlo dà speranza, offre una via per cambiare, per ristrutturare le nostre vecchie convinzioni basate sulla forza del singolo individuo e rifondarle sulla "inclusione" degli altri, di tanti singoli…E la differenza è che questi tanti singoli possono collaborare.Mai più soli se vogliamo salvarci.

*** la strofa – metafora è questa:

" C'è solo la strada su cui puoi contare

la strada è l'unica salvezza

c'è solo la voglia e il bisogno di

uscire

di esporsi nella strada, nella piazza

perché il giudizio universale

non passa per le case

e gli angeli non danno appuntamenti

e anche nelle case più spaziose

non c'è spazio per verifiche e confronti

"

“Open data” innova la democrazia

Il 23 febbraio a Bologna potremo vivere una giornata creativa di condivisione e di proposte con lo scopo di innovare la attuale "democrazia" che è piuttosto sofferente…di una sindrome diffusa in tutto il mondo…..senilità ed inadeguatezza rispetto ai problemi. Viviamo, anzi conviviamo, con una democrazia incompiuta che oramai ha escluso o marginalizzato  i cittadini dal governo dei beni comuni: acqua, ambiente, scelte energetiche, scelte di investimento nelle infrastrutture. Qui trovate che cos'è Open Data Day Italia del 23 febbraio.

Perchè "open data" è così importante ? Troverete una spiegazione articolata ed approfondita nel wiki internazionale e nel wiki italiano. Qui vorrei solo riaffermare un principio da applicare sempre quando un gruppo di persone vuole risolvere un problema: il problema va descritto, compreso e dominato attraverso i dati. Qualcuno li chiama "fatti", altri dicono "numeri", altri ancora azzardano parole rischiose come "verità". Per chi si occupa di scienze cognitive e di materie come l'informatica la parola "dato" è chiara e soprattutto necessaria e prioritaria per qualunque elaborazione.

I cittadini NON dispongono di dati. Oggi i dati, quelli elementari (ossia non manipolati), sono "sequestrati" dai poteri che governano la cosa pubblica ed i beni comuni: organizzazioni grandi e piccole, pubblica amministrazione, partiti politici, organi istituzionali di Governo.

Liberare i dati e renderli disponibili a tutti sarà il prossimo passo decisivo per migliorare la nostra attuale democrazia, così prostrata e offesa in questi ultimi anni. Open data significa "trasparenza".

L'evento "open data" avverrà in tantissime città nel mondo. In Italia sarà Bologna ad ospitarlo.

Stati Generali dell'Innovazione è stato uno dei principali promotori della giornata preparatoria avvenuta il 5 dicembre. 

Open government, si può fare, si sta facendo nel mondo. E in Italia ?

Flavia Marzano mi segnala questo breve videoclip che racconta quanto sia importante per una buona governance del mondo  la pubblicazione dei dati pubblici in rete. Si genera trasparenza e si riduce la corruzione. E’ questa innovazione ? Certo che sì.

E’ così difficile farlo anche in Italia ?  Tecnicamente è facilissimo. Diamo una spinta alla pubblica amministrazione ed alla politica perché ciò avvenga. Ecco una idea a costo zero o quasi per “Cresci Italia”. Che cosa ne pensate ?

Il futuro dell’Italia è nella innovazione

Cè un futuro per l’Italia ? Sì, se mettiamo il futuro in agenda, ossia costruiamo la “via italiana all’innovazione”. E’ questo il messaggio che capisco leggendo il primo e-book di Stati generali dell’innovazione, un enorme e straordinario lavoro fatto in modalità “crowd” da centinaia di persone.

L’innovazione è il motore del nostro futuro. E si tratta di innovazione a 360 gradi. Non solo tecnologia e prodotti. Anche tecnologia dunque, ma si deve andare oltre. Il libro esprime quattro linee di innovazione:

  • Spazio ai giovani. Valorizzare la creatività dei giovani, il merito, il lavoro basato sulla conoscenza e la condivisione. Io voglio aggiungere Spazio alle donne, perché è la differenza di genere l’innovazione più potente che potrà cambiare davvero i modelli sociali e migliorare la qualità della vita. Il potenziale di innovazione delle donne è straordinario.
  • Mondo digitale. Promuovere l’inclusione digitale. Penso che “vivere nel mondo digitale” sia l’esperienza più innovativa oggi. La trasversalità dell’ICT è talmente evidente che la UE la considera la prima leva per raggiungere gli obiettivi 2020 di riduzione del 20% dei consumi energetici e delle emissioni nocive. 
  • Sostenibilità. Sostenere l’innovazione come opportunità per lo sviluppo delle imprese e per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Sosteniamo dal 2005, con l’associazione SOSLOG (logistica sostenibile) che la sostenibilità sia il miglior affare per le imprese perché soddisfa le esigenze dei consumatori, crea vantaggi competitivi , se si innova, e si dà un futuro ai giovani.
  • Democrazia. Realizzare l’open government. Che cosa c’è dietro questa parola ? C’è l’apertura totale dei dati pubblici a disposizione di tutti. L