Materiali a chilometro zero

 

Nath Bonnì ha scritto un articolo molto evocativo e ispirativo.

S'intitola "L’abitare sostenibile: quando architettura e design sono cruelty free" : https://www.ultimavoce.it/abitare-sostenibile-architettura-design-cruelty-free/

L'articolo è ispirativo perchè è stato scritto, secondo me, da una mente sistemica, infatti Nath Bonnì connette:

– l'abitare col cibo; 

– l'ecocompatibilità con l'edilizia, 

– i cibi crudi con il cambiamento di vita, 

– l'architettura sostenibile con l'alimentazione.

Nath connette "tutto con tutto", perchè (questo è il mio pensiero oggi) "tutto è connesso con tutto".

Bravissima Nath. Leggete l'articolo, esso vi ispirerà!

 

Food & Nutrition. Barilla lancia una “grande sfida”: il protocollo di Milano

Fonte: fotografia di Carl Warner

L'alimentazione e la nutrizione stanno diventando uno dei mantra moderni e sempre di più fare la domanda&risposta “Dimmi che cosa mangi, ti dirò chi sei” ci propone scenari paradossali. Un esempio ? un miliardo di persone soffre la fame nel mondo e un miliardo di obesi soffre di malattie ed ha un'aspettativa di vita più breve della media (i dati più precisi sono: 868 milioni di persone malnutrite e 1,5 miliardi di obesi e in sovrappeso).

Ci sono tanti paradossi. Un'azienda italiana, BARILLA, ha raccolto la sfida ed ha elaborato una proposta d'AZIONE, che ha chiamato “protocollo di Milano”. Recentemente è stato adottato come il Manifesto di Expo 2015.

Che cos’è il Protocollo di Milano? E’ la proposta di unirsi, di collaborare, rivolto soprattutto ai grandi operatori internazionali per dare risposte concrete, per AGIRE su tre fronti:

1.    lo spreco di risorse alimentari;

2.    lo sviluppo di una agricoltura sostenibile;

3.    la riduzione della fame e dell’obesità.

Spreco di cibo: si vorrebbe ridurre del 50%, entro il 2020, lo spreco di cibo, pari ad un terzo della produzione globale di cibo, cioè a 1,3 miliardi di tonnellate; 

Agricoltura sostenibile: si vuole ridurre e contenere la conversione di terreno agricolo a produzione di bio-combustibili, tanto da stare al di sotto del 5% del totale delle fonti rinnovabili. Inoltre la speculazione finanziaria sul cibo deve essere mitigata, limitando il numero e la quantità di cibo “commodity” gestite nelle borse internazionali.

Fame e obesità: si vuole agire sulla malnutrizione e la fame nel mondo agendo su fattori critici come l’efficienza della produzione, l’accesso al mercato per i piccoli produttori, l’informazione sulla malnutrizione cronica, l’inclusione delle donne. La malnutrizione causa il 45% delle morti nei bambini sotto i 5 anni e avviene, per l’80%, in  20 paesi. Per carenza di cibo muoiono 36 milioni di persone ogni anno; per eccesso di cibo 29 milioni. Si vuole agire sull’obesità  attraverso nuovi stili di vita virtuosi, incoraggiando l’attività fisica e la diffusione di diete efficaci, soprattutto per bambini ed adolescenti.

Il 3 e 4 dicembre si è tenuto a Milano il 6° Forum su Cibo e Nutrizione, organizzato dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, per “rompere il ghiaccio” sul protocollo di Milano. In questa due giorni sono emerse proposte che possono creare davvero un impatto decisivo sull’economia mondiale del “food”. Potete guardare i video dell’evento, con ottima traduzione, qui.

La mia personale riflessione, dopo aver ascoltato tante relazioni, e aver riflettuto sul protocollo di Milano, si può condensare in tre proposte:

COMPLESSITA’. Cibo e nutrizione costituiscono uno dei temi più complessi che oggi dobbiamo affrontare per la sostenibilità del pianeta Terra. Il pericolo si annida nella complessità, ove i fenomeni NON lineari creano grandi rischi: infatti i fenomeni non lineari, e sono tanti, sono quelli che sembrano offrire, a prima vista, un risultato virtuoso, ma poi, nel reale svolgimento, creano effetti dannosi. Un esempio per tutti è la devastante politica di sfruttare i terreni agricoli per produrre bio-combustibili.

La proposta è la seguente: dedicare energie e intelligenze per rappresentare questa complessità in modo trasparente, generando modelli di analisi, interpretazione e decisione: usiamo il modello di “system dynamics” (quello di Forrester) come metodo di primo approccio.

INCLUSIONE. La parità di genere è una risorsa potentissima per innescare, in un mondo di disuguaglianze, una rivoluzione culturale profonda: lo “sguardo” delle donne fa la differenza. Laddove le donne sono state aiutate a superare le diseguaglianze e la povertà si sono ottenuti enormi cambiamenti: il microcredito in paesi poveri come il Pakistan ha prodotto nuova economia. Facciamolo anche per il cibo.

SOSTENIBILITA’. Promuoviamo l’idea, con i Manager e gli azionisti delle imprese, che la sostenibilità del “food &nutrition” porterà vantaggi alle imprese, e che non si tratterà di aumento di costi ma di miglioramento della competitività, del premium price, della reputazione.

E noi, come decisori del nostro stile di vita, possiamo fare subito un piccolo cambiamento per una alimentazione più consapevole e sostenibile ?

Protocollo di Milano per “Food & Nutrition”: proposte per agire

Fonte della foto: Barilla Center for Food & Nutrition

Il Centro "Food & Nutrition" di Barilla ha lanciato un'azione sul fronte dell'alimentazione per vincere i tre paradossi del mondo, oggi, e vuole presentare un Protocollo di azioni per Expo 2015, lavorando con quanti vorranno contribuire ed impegnarsi.

I tre paradossi sono:

  1. Spreco di alimenti: un terzo della produzione è sprecato e potrebbe nutrire i 900 milioni di persone malnutrite nel mondo. Che cosa dobbiamo fare?
  2. Agricoltura sostenibile: nonostante fame, malnutrizione e mancanza di accesso all'acqua dedichiamo un terzo del territorio agricolo per nutrire il bestiame (1kg di carne di manzo vale 15.000 litri di acqua), e una percentuale abnorme di raccolti serve a produrre biocarburanti. Che cosa dobbiamo fare?
  3. Stili di vita sani (leggasi obesità): per ogni persona malnutrita ci sono due obesi; 36 milioni di morti per mancanza di cibo e 29 milioni per eccesso di cibo. Che cosa dobbiamo fare?

Il documento che potete leggere qui, esplora queste contraddizioni e propone degli "impegni" per i sottoscrittori:

A. ridurre gli sprechi attraverso prevenzione, riuso per consumo umano, produzione di energia

B. promuovere una agricoltura sostenibile attraverso una produzione efficiente, la riduzione dei terreni per biocarburanti (max 5% dei raccolti), eliminare l'acquisto di strumenti finanziari speculativi sulle materie prime alimentari

C. migliorare i modelli/stili di vita promuovendo l'attività fisica, modelli alimentari sani (come la dieta mediterranea)

L'idea e lo schema sono molto interessanti, anche perchè saranno una specie di "testimone" a fine Expo 2015, da passare agli stakeholder del mondo che vogliano impegnarsi a render sostenibile l'alimentazione e la nutrizione.

Sui singoli contenuti, peraltro non definitivi, anzi aperti al contributo di tutti (ma non è ancora chiaro come sarà socializzata la produzione di questo documento!), ci sarebbe già oggi molto da dire.

Un esempio: combattere lo spreco è altamente raccomandabile, ma non si dovrebbe dimenticare che nei 20 o 30 anni necessari per raggiungere risultati misurabili e importanti, dovremmo agire per azioni di solidarietà, con banche alimentari, che redistribuiscano gratuitamente beni di prima necessità alimentare: di questo non c'è alcun cenno nel protocollo. 

Sarà molto importante che la società civile, i cittadini, agiscano pro-attivamente, non lasciando il campo ai soli produttori e distributori.