Digitalizzazione e “sharing economy” sono i motori dell’innovazione radicale

Viviamo in un periodo storico di innovazione "disruptive" che cambia i modelli di business delle aziende. Quali sono le motivazioni profonde di questo fenomeno planetario ? Quali sono i "motori" che alimentano questo cambiamento? Una risposta, cioè una interpretazione, arriva da Torben Rick e questa infografica spiega quali siano i fattori in gioco e cioè:

  • digitalizzazione di prodotti, processi, modelli di business; 
  • sharing economy: cambia lo stile di consumo, soprattutto per i servizi: i casi di UBER ed AIRBNB dicono che sta cambiando rapidamente e profondamente la propensione dei consumatori a favore della condivisione delle risorse, come nel caso dei TRASPORTI e dell'ALLOGGIAMENTO quando si viaggia per turismo o per lavoro.

Infographic: Don’t underestimate the potential of digital disruption

Infographic: Don’t underestimate the potential of digital disruption - Torben Rick

Nell'infografica vengono citati quattro settori economici in profonda e radicale trasformazione:

  1. apparati di elaborazione personale: vince il tablet/smart phone e scompaiono i PC desk top; 
  2. editoria dei libri: dal cartaceo all'e-book; 
  3. diffusione televisiva: dalla tv digitale alla fruizione in rete dei contenuti; 
  4. prestiti: dalle Banche ai prestiti "peer to peer", eliminando l'intermediazione bancaria.

Illuminare con acqua e candeggina

Illuminare con la luce del sole attraverso una bottiglia riempita d'acqua con un po' di candeggina. Possibile? Sì, guarda questo video:

Grazie a Federica Benatti che mi ha segnalato questa innovazione ho conosciuto l'inventore e diffusore: è brasiliano e si chiama Alfredo Moser, è un meccanico brasiliano ed ha avuto questa idea brillante nel 2002, dopo aver subito uno dei frequenti black-out che interessano Uberaba, la città dove vive nel sud del Brasile.

Stanco di guasti elettrici, Moser ha iniziato a giocare con l’idea della rifrazione della luce solare in acqua e in poco tempo ha inventato la “lampadina dei poveri”. Il prodotto si chiama “Wit”, è semplice e disponibile a chiunque: una bottiglia di plastica riempita d’acqua da due litri a cui si aggiunge un po’di candeggina per preservarla dalle alghe. Il flacone è stato posto in un foro nel tetto e sigillato con una resina poliestere.

Il risultato? Illuminazione libera e organica durante il giorno, particolarmente utile per gli edifici e baracche che a malapena hanno finestre.

A seconda dell’intensità del sole, la potenza di queste lampade artigianali si aggira tra i tra 40 e i 60 watt